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Metaponto: storia e archeologia
Metaponto è una frazione del Comune di Bernalda, in provincia di Matera, fondata nel VII secolo a.C dai coloni greci dell’Acaia. Metaponto divenne molto presto una importante città della Magna Grecia. Le sue origini storiche e l’importanza che ha rivestito, sono tuttora evidenti nel ricco patrimonio archeologico superstite. Tra la vastità della ricchezza storica, spiccano senza ombra di dubbio Le Tavole Palatine ed il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto. Le Tavole Palatine, sono i resti di un tempio dorico dedicato alla dea Hera. Il Museo Archeologico ospita invece i principali reperti rinvenuti nel territorio circostante l'antica Metaponto e altre aree di interesse archeologico della zona. Anche Bernalda, è sicuramente un borgo affascinante con diversi luoghi di interesse tra cui: il castello aragonese, peraltro sede della Pinacoteca, la Chiesa Madre, Piazza San Bernardino, Piazza Plebiscito e Palazzo Margherita di proprietà del regista italo americano Francis Ford Coppola, il quale a seguito di una sapiente ristrutturazione, lo ha trasformato in un Resort 5 Stelle.
Pisticci: la città bianca
Pisticci, in provincia di Matera, viene così definita da Concetto Valente: “piccola città silente bianca sul suo colle argilloso, sovrana coronatrice del vasto paesaggio tra i fiumi Basento e Cavone, svetta da vie tortuose e chiare". Il comune Lucano è infatti conosciuto come “città bianca della Basilicata”, per la linea architettonica delle abitazioni: chiare e a schiera. Da non perdere inoltre la visita alla Chiesa Madre, posizionata vicino ai ruderi del Castello Medievale e la Chiesa dell’Immacolata, una suggestiva e raccolta struttura Settecentesca.
Craco: il paese fantasma
Craco ha origini antiche e sorge nella zona collinare che precede l’Appennino Lucano, in un’area in cui sono presenti anche i cosiddetti “calanchi”, ovvero profondi solchi nel terreno argilloso, creati dall’erosione effettuata ad opera dello scorrere delle acque superficiali. Craco deve la sua fama al fatto che viene definita “il paese fantasma”. A causa di una rovinosa frana del 1963, Craco fu evacuata e buona parte degli abitanti si trasferì nella località di "Craco Peschiera". Un’alluvione nel 1972, seguita da un terremoto nel 1980, hanno impedito il ripopolamento di Craco, borgo che attualmente è definito appunto come “paese fantasma” dal fascino straordinario. Craco è in grado di raccontare ai propri visitatori una storia senza tempo: è possibile, tra i resti di case e palazzi nobiliari, vivere con la mente e immaginare la quotidianità e lo scorrere della vita di un tempo. Inoltre la vista dal bastione di quello che è conosciuto come “il Castello” (o ciò che ne resta) è da mozzare il fiato: i calachi si confondono tra immense distese naturali. Craco, il paese fantasma, è nella lista del World Monuments Funds e qui qui Mel Gibson ha girato la scena dell’impiccagione di Giuda nel film “The Passion” (2004).
Aliano paese dei Calanchi e del confino di Carlo Levi
“… ed ogni intorno altra argilla bianca senz’alberi e senz’erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno; come un paesaggio lunare… e da ogni parte non c’erano che precipizi di argilla bianca, su cui le case stavano come librate nell’aria”. Così descrive i Calanchi di Aliano Carlo Levi ne “Cristo si è fermato ad Eboli”. Aliano è celebre non solo per la presenza dei calanchi, le gole profonde scavate dallo scorrere dell’acqua superficiale nei terreni argillosi, ma anche per il legame con Carlo Levi, il quale ha trascorso proprio in questo paese Lucano, buona parte dei suo esilio. E’ proprio in questa terra, dopo averne conosciuto le precarie condizioni, che l’artista ambienta la sua opera “Cristo si è fermato ad Eboli”. Un periodo che ha profondamente segnato la storia del borgo e ha dato origine ad itinerari leviani: i vicoli riportano le frasi dell’opera, la Casa di Levi rimanda a suggestivi ricordi, come suggestivo è anche l’impatto della Pinacoteca, il Museo della Civiltà Contadina ed il Parco Letterario, allestito all’interno del borgo circondato dallo straordinario scenario dei calanchi.
Colobraro: “Sogno di una notte a Quel Paese”
Colobraro è conosciuto come il “Paese innominabile” per i miti e le legende che si sono affermati nel tempo. Tra questi è possibile citare l’episodio in cui un rappresentante delle istituzioni, prima della seconda guerra mondiale, per smentire un determinato episodio, affermò: “Se non dico la verità, possa cadere questo lampadario”. A quanto pare il lampadario sarebbe caduto davvero! Un’altra versione rimanda alla popolare credenza che alcune donne di Colobraro avessero capacità e poteri magici. Colobraro in realtà è un borgo da non perdere, grazie anche all’intuizione di rendere la propria fama un motivo di attrattiva. Ottima occasione è il percorso “Sogno di una notte a Quel paese”. Si tratta di una rappresentazione teatrale itinerante che, in balia della superstizione, mostra al visitatore, con estrema ironia, i volti più inediti del Borgo. Il percorso inizia con la consegna di un amuleto: questo rituale segna l’inizio del percorso che tra racconti di legende e storie di magia, apre al visitatore le porte di alcune mostre: “Con gli Occhi della Memoria”; “La Civiltà Contadina”; “Mito e Magia nella pittura napoletana del ‘600”. Il percorso prosegue nel centro storico e termina tra il folclore e la degustazione di tipicità locali.
Senise: patria dei Cruschi IGP
Senise è il borgo conosciuto come la patria dei Peperoni Cruschi IGP, essiccati al sole e raccolti in collane che adornano vicoli e originano ricette che profumano di genuinità Lucana con il loro sapore dolciastro e l’irrinunciabile croccantezza. Senise peraltro è caratterizzata da antiche chiese, palazzi nobiliari, il Museo Etnografico ed il Museo Antiquarium, il Castello Medievale ed un panorama di bellezze naturali. Senise è un territorio ricco di attrazioni adventure, in quanto collocata nel territorio del Parco Nazionale del Pollino: trekking, rafting, conottaggio, pesca, mountain bike e tanto altro.
Tursi: il fascino della Rabatana:
uno dei punti di maggiore attrazione di Tursi è sicuramente la Rabatana, il rione più antico. La Rabatana è circondata da profondi burroni ed è stato il primo centro abitativo di Tursi. I Goti infatti, nel V secolo d.C, costruirono il castello, attorno al quale nacque il primo centro abitato. Successivamente i Saraceni, denominarono la zona con il nome di Rabatana (che significa tana, in quanto una vera fortezza), lasciando tracce indelebili nella cultura del luogo. La Rabatana è meta di numerosi turisti e visitatori, grazie soprattutto alla fama acquisita per gli splendidi versi del poeta Albino Pierro, più volte candidato al Nobel per la Letteratura. Nella sua opera A’ Ravatène, troviamo il seguente verso “Cchi ci arrivè a la Ravatèna si nghiànete ‘a pitrizza ca pàrete na schèa appuntillèta a na timpa sciullèta” per indicare che la Rabatana è raggiungibile mediante una ripida scalinata con affaccio su burroni. L’ampia scalinata è caratterizzata da grotte e strettoie accessibili per il tramite di antiche abitazioni. Arrivati in cima alla scalinata è possibile trovare strade e vicoli ciechi, resti del Castello (in particolare la torretta), oltre che la Chiesa di Santa Maria Maggiore, che custodisce numerose opere d’arte. Inoltre la casa natale di Albino Pierro, ospita un Parco a lui dedicato, dal quale è possibile godere di una suggestiva vista sui calanchi verso il santuario di Santa Maria D’Anglona, mentre in alto domina la Rabatana. A 20 minuti da Tursi è infatti possibile visitare il Santuario della Madonna di Anglona, monumento nazionale dal 1931. Il portico è una antica testimonianza anglo-normanna e gli interni sono caratterizzati da affreschi cinquecenteschi e sculture in basso rilievo.
Montalbano Ionico: Riserva Nazionale dei Calanchi
Istituita nel 2011, la Riserva dei Calanchi di Montalbano Ionico è la più estesa della Basilicata, unicità geologiche caratterizzate da profondi solchi nel terreno argilloso scavati nel tempo dalle acque superficiali. Questa area della Basilicata, ed in particolare Montalbano, riveste un’importanza di interesse paesaggistico, ambientale, archeologico (per gli aspetti paleontologici) e naturale. I calanchi si estendono fino a confondersi tra i campi e i boschi della macchia mediterranea. L’ambiente in cui si sviluppano i calanchi è contraddistinto da una grande varietà di flora e fauna: in particolare, la Riserva ospita molte specie di volatili (tanto da ottenere il riconoscimento europeo di I.B.A. -Important Bird Area-) ed è attraversata da sentieri i “Giardini”. Si tratta di mulattiere che da sempre collegano il borgo antico ai terreni della Val d’Agri, estendendosi dal mare Ionio alle vette del Parco Nazionale del Pollino. La visita ai Calanchi è dunque un percorso molto suggestivo, in grado di far vivere esperienze uniche sia dal punto di vista storico, che da quello relativo ad escursioni e passeggiate.
Valsinni: il borgo romantico di Isabella Morra
Il borgo è dominato dal castello in cui nel ‘500 visse Isabella Morra, una delle voci più importanti della lirica femminile del tempo, assassinata a 25 anni dai fratelli, i quali ostacolavano il suo amore verso Diego Sandoval De Castro. Il suo talento e produzione poetica sono stati riscoperti successivamente da Benedetto Croce.
Il castello è uno dei posti più suggestivi di Valsinni, in quanto è in grado di portare alla mente del visitatore il dramma della prigionia della poetessa, grazie anche ai documenti e scritti, nati dalla penna della donna prima della sua morte. Ad Isabella Morra, nata e morta nel Castello di Valsinni, è dedicato il Parco letterario che ogni estate è in grado, mediante degli eventi, di riportare in vita i versi scritti dalla poetessa, con il fine di far vivere un’esperienza emozionale che ripercorre la vita della donna. Valsinni colpisce anche per Palazzo Mauri, la Chiesa Madre e soprattutto il suo centro storico, caratterizzato da vicoli coperti da volte, chiamate “gafi”. Valsinni ha ottenuto la bandiera arancione del Touring Club Italiano, marchio di qualità turistico ambientale.